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  Padre Mariano da Torino
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Meditazioni
sui misteri del Rosario.

 


Aprile 2025

Misteri della gloria.

 

   1° mistero: Gesù risorto.

         “La morte è il passaggio obbligato per tutti. Bisogna che la tua vita sia un passaggio continuo, che tu compia un passaggio dalla corruzione all’incorruzione, dalla mortalità all’immortalità, dai turbamenti alla quiete”.
Così scrive il grande Sant’Ambrogio.
Perché allora ci sia una resurrezione è necessario che ci sia un passaggio. Non c’è vita senza passare per la morte e dalla morte. Gesù, annunciando la sua passione, dice ai suoi discepoli: bisogna che il Figlio dell’uomo sia condannato e crocifisso. Il dolore è quasi una tappa obbligatoria che non si può saltare, anzi, che bisogna attraversare.
Il mistero della risurrezione, mistero glorioso, non deve allora farci dimenticare cosa c’è prima di questa gloria. Essa non scende dal cielo, non è indolore. Dal cielo è sceso Dio, che si è fatto carne, per vivere poi, dentro questa carne, ciò che serviva per la sua gloria.

Angela ha vissuto la sua passione prima di entrare nella gloria. La nostra bambina ha attraversato un venerdì santo prima di celebrare la sua domenica di pasqua. E’ passata per il dolore ed ora eccola nella luce che non conosce tramonto.



   2° mistero: l’ascensione di Gesù al cielo.

         Gesù asceso al cielo è lo stesso Gesù che è disceso un giorno dal cielo. E’ colui che un giorno ha svuotato se stesso, non considerando un tesoro geloso l’essere Dio, che ha assunto la condizione di servo, che è divenuto simile agli uomini, umiliandosi e facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Per tutto quello che ha comportato l’incarnazione, ora Gesù ascende al cielo, alla destra del Padre suo, innalzato nella gloria, con un nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché in questo nome ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sottoterra e ogni lingua lo proclami Signore.
Ancora una volta dietro l’ascensione, dietro questo mistero glorioso, scopriamo una tappa dolorosa.

Angela ora è nella gloria, ma la nostra bambina ha vissuto anni di dolore, di sofferenza, di prova grande. Quest’ora che ce la fa invocare e pregare come Serva di Dio, che ci fa chiedere la sua intercessione, per le nostre necessità e i nostri bisogni, ha visto un’avventura terrena molto faticosa.



   3° mistero: la Pentecoste.

         “All’uomo Dio ha dato i sette carismi dello Spirito Santo. Essi perfezionano l’uomo spirituale, lo confermano nella fede e lo portano alla completa partecipazione delle realtà trascendenti”.
Scrive così San Procopio, vescovo.
I sette doni dello Spirito Santo li viviamo? Essi sono talenti non da nascondere, ma da trafficare, da investire, da usare per il nostro bene e per il bene del nostro prossimo. Sono doni da trasformare in frutto, che alimenta la nostra vita, facendoci crescere in età, sapienza, grazia davanti a Dio e davanti agli uomini.
La Pentecoste è sì la discesa dello Spirito Santo su Maria Vergine e gli apostoli riuniti in preghiera nel Cenacolo. E’ sì la nascita della Chiesa in uscita. Ma è ciò che ciascuno di noi ha già vissuto, ricevendo il Sacramento della Confermazione.
Quanto poco lo ricordiamo e di conseguenza quanto poco lo viviamo!
A volte ci sfuggono anche quali sono i sette doni dello Spirito Santo! Un giorno li abbiamo imparati al Catechismo, e ora che dovremmo usarli, ecco che subentra la dimenticanza.
Sarebbe bene invece prepararci al Sacramento della Riconciliazione facendoci l’esame di coscienza sui sette doni dello Spirito Santo.

Angela ha vissuto i sette doni dello Spirito Santo. La nostra bambina ha davvero trasformato in frutto i doni ricevuti, proprio come il tralcio che trasforma in frutto la linfa che la vite gli dona.



   4° mistero: l’assunzione di Maria al Cielo.

         Maria assunta in cielo ci ricorda la nostra destinazione ultima, il fine per il quale siamo stati creati. Scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, “Occhio mai non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo quelle cose che Dio ha preparato per coloro che lo aspettano”.
Impariamo a vivere la nostra vita terrena come attesa di tutto questo, comportandoci di conseguenza e avendo come modello la Vergine di Nazareth, Maria.
Maria, la donna che ha saputo attendere. La donna del terzo giorno, capace di stare sotto la croce in attesa della risurrezione di suo Figlio. Nessuna creatura umana, più di lei, è giunta a tanto.

Angela ha avuto come modello Maria. “Madre mia, fiducia mia!”: era questa la sua giaculatoria preferita, che aveva spesso sulla bocca, perché l’aveva nel cuore.
Ora la nostra bambina ha ricevuto tutte quelle cose che il Signore ha preparato per coloro che lo aspettano. E anche Angela ha saputo attendere.



   5° mistero: Maria regina del cielo e della terra.

         Dietro la regalità di Maria troviamo la vergine di Nazareth, colei che accetta di mettere da parte il suo progetto di vita per accogliere la proposta del Signore.
Dietro la corona di dodici stelle c’è un’obbedienza, un’adesione al volere di Dio, un’accoglienza totale, assoluta, incondizionata di ciò che non comprende e che le causa grande turbamento. Ora lei è regina del Cielo e della terra, degli angeli e dei santi, ma c’è un prima che non dobbiamo mai dimenticare, come c’è stato un prima nella vita di Gesù, quando contempliamo un’ora.
Il segno grandioso apparso nel cielo, la donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, sulla terra è stata una giovane donna che ha detto sì, rinnovandolo fino alla fine.

Angela è stata una bambina docile al volere di Dio. E’ stata mite e umile. Si è lasciata fondere, plasmare riempire dallo Spirito Santo, ma soprattutto usare.
Impariamo da lei. Impariamo da una bambina che a dodici anni è stata già pronta per entrare nella gloria di Dio.