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  Pensieri e scritti di Angela
  Padre Mariano da Torino
  Scrivono di Angela
 


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Meditazioni
sui misteri del Rosario.

 


Dicembre 2024

Misteri del dolore.

 

   1° mistero: Gesù nel Getsemani.

         “Non la mia, ma la tua volontà, Padre!”.
Scrive San Bernardo abate, “Più che la volontà di Dio qual è in noi, contempliamo la volontà di Dio in se stessa. Infatti nella volontà di Dio si trova la vita. Ciò che combacia con la sua volontà è senza dubbio per noi più utile e più rispondente alle nostre esigenze”.
Ci crediamo che è così, che è davvero così? Forse no, forse ancora no, se lottiamo con la volontà di Dio, se chiediamo con insistenza che lui faccia la nostra volontà, anziché noi la sua, se facciamo “accanimento” spirituale, continuando a domandare la nostra volontà.
Se cerchiamo in tutti i modi di piegare Dio al nostro volere e non domandiamo la grazia di piegarci noi al suo volere, forse è perché ancora non crediamo davvero che nella sua volontà è il nostro vero bene, che la sua volontà è il nostro vero bene, tutto quello che ci serve per crescere in età, sapienza, grazia.

Angela è stata una bambina docile e mite. Pur domandando al “suo Gesù” di essere guarita, pur pregando per questo, è sempre rimasta docile al progetto di Dio su di lei.



   2° mistero: Gesù flagellato alla colonna.

         “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53).
Scrive San Teodoreto vescovo, “Le sofferenze del nostro Salvatore sono le nostre medicine”.
Contemplare il secondo mistero doloroso vuol dire riflettere di più su questo: la nostra guarigione spirituale scaturisce dalle piaghe del Signore, dal suo Corpo flagellato, ridotto ad uno straccio di sangue, come alcune mistiche hanno avuto il dono di vedere.
Mio Signore e mio Dio! Ci sarebbe da non avere più parole.
Parla da solo Gesù flagellato. E’ davvero l’Ecce Homo.

La malattia di Angela è stata, in piccolo, una flagellazione, che la nostra bambina ha portato e sopportato con docilità, mitezza, silenzio, pazienza, fede, speranza, ma soprattutto amore.



   3° mistero: Gesù coronato di spine.

         Portato davanti a Pilato che gli domanda: tu sei re? Gesù risponde: tu lo dici: io sono re. Per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.
Ma alla domanda: cos’è la verità? Gesù non risponde. Tace.
Nella prima lettera a Timoteo San Paolo scrive, “Gesù Cristo ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato”.
Qual è questa bella testimonianza? Il silenzio.
Quante volte dimentichiamo che non è il molto parlare, ma il molto tacere che dice, che parla. Il silenzio è più eloquente di mille parole.
Gesù mostrerà a Pilato non cos’è la verità, ma Chi è: Lui stesso. Io sono la verità.
Testimonierà di essere il Figlio di Dio, l’inviato del Padre, non a parole, ma con i fatti: sulla croce.

Angela è stata una bambina capace di silenzio. Si lamentava pochissimo, nonostante i forti dolori causati dalla malattia. In questo modo dava testimonianza.



   4° mistero: Gesù sale al Calvario.

         Gesù sale sul Golgota portando il legno della croce, il patibolo.
Ormai è entrato nel nostro linguaggio: quando vogliamo sottolineare una fatica davvero grande, quando vogliamo visualizzare una prova indicibile, diciamo che è un patibolo.
Esso era l’asse orizzontale che il condannato alla crocifissione portava sulle spalle. Sul Golgota poi c’era l’asse verticale, pronto per formare con quello orizzontale la croce.
Sotto il peso del patibolo Gesù cade tre volte. E’ pesante l’asse orizzontale, ti fa cadere, rischia di schiacciarti.
Spesso la vita è un portare quest’asse. La vita, con tutte le sue prove, le sue fatiche, le sue sofferenze, ci fa cadere, ma Gesù ci fa vedere che ci si può rialzare e riprendere a camminare, a salire. Ad un certo punto ecco Simone di Cirene, che viene costretto ad aiutare quel condannato a morte, senza sapere che sta aiutando il Signore Gesù!

La malattia di Angela è stata un patibolo, che ha messo alla prova la nostra bambina. Chi sa quante volte anche lei si è trovata a terra, ma eccola a rialzarsi con l’aiuto della preghiera. Per Angela il Cireneo è stata la sua fede davvero grande per una bambina ancora piccola.



   5° mistero: Gesù crocifisso.

         Scrive Sant’Andrea di Creta vescovo, “La croce di Cristo è gloria ed è la sua esaltazione. Ecco perché dice: io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.
Gesù ci attira al suo regno. Le parole che rivolge al buon ladrone: oggi sarai con me in Paradiso, sono la promessa riservata a ciascuno di noi.
Gesù vuole portarci tutti nel suo regno, “Vado a prepararvi un posto. Nella casa del Padre mio c’è un posto per tutti”.
Ci attira a sé perché vuole che la sua gioia sia anche la nostra gioia. Vuole che noi si goda di lui per l’eternità. Vuole farci sedere a mensa e passare lui stesso a servirci!
Contemplare il crocifisso è stare davanti all’ amore più forte della morte, ad un amore che ha vinto la morte. Ed è con questo amore che Gesù ci attrae. Non con il dolore, ma con l’amore. E non ci attira nel dolore, ma nell’amore.
La croce non è il segno del dolore più grande, ma dell’amore più grande.

Angela è entrata nella gioia vera e piena di Dio. Il “suo Gesù” l’ha attirata a sé, nel suo amore, dopo che sulla terra aveva attraversato tanto dolore. Lei ora è con lui in Paradiso.